L′8 aprile 2022, ricorrono i 170 anni della prima Comunione di S. Luigi Guanella, amministrata dal parroco don Pietro Buzzetti, nella parrocchiale di S. Giovanni Battista, in Campodolcino.
"Passai momenti dolcissimi, felici"
Luigino, diligentemente preparato dal suo cappellano don Giuseppe Rospini, ricevette la prima comunione l′8 aprile 1852, nella parrocchiale S. Giovanni Battista, Campodolcino, giovedì santo. Aveva nove anni.
Pareva al giovine Luigi che il giorno della prima Comunione l′avrebbe passato meglio nella solitudine di Gualdera (stagione primaverile). In questo alpeggio presso la cascina paterna si solleva un piccolo colle detto Motto, sostenuto a mezzodì da uno scoglio quasi muraglia di 20 metri lungo, alto 8 metri. A metà dello scoglio sono due pratelli a forma di divano. Ora in uno e quando in altro di questi si raccoglieva solo a pregare od a riposare. Luigi si adagiò sul primo divano, deciso a rimanervi a lungo in preghiera ed in lettura. Intanto nel suo cuore si svolgeva un passaggio di soave dolcezza, quasi di paradiso, che lo persuadeva a forti propositi di bene. Durò per pochi minuti, ma gli lasciò fino ai suoi 70 anni un soave conforto ed un ricordo che vorrebbe pur perpetuare colla pietra (Dall′autobiografia di don Luigi Guanella).
In risposta a questo desiderio, in Gualdera il 19 maggio 1958, don Luigi Alippi inaugurava un gruppo bronzeo opera dello scultore Umberto Malinverno, rappresentante la Madonna che addita al pastorello Luigi, circondato da una pecorella ed una capretta, la sua futura missione.
L′ultima volta che don Luigi salì a Gualdera fu il 25 agosto 1913. Così ne scrisse don Leonardo Mazzucchi: Da Fraciscio entrò in Gualdera: volle rivedere ogni cantuccio, fin nelle stalle. Mostrò la Cappelletta che egli costruì fuori della stalla di famiglia. Sul luogo dove sera posto a pregare con un libro il dì della prima Comunione, Passai, disse, momenti dolcissimi, felici (alludeva alla nota visione). Si mangiò a mezzogiorno all′aperto polenta taragna, chiamando a mangiare insieme una anziana del paese: Lucia.
Testimonianza di Rosina Guanella, sorella di don Costantino e nipote di don L. Guanella che visse col fratello sacerdote tutta la vita, assistendolo, e ne raccolse la viva voce sui fatti di Gualdera.
Fu forse nel 1907, (quando) Don Luigi Guanella era ammalato, a Roma mi pare, di angina pectoris; l′andò a trovare il nipote don Costantino Guanella, che si sentì dire quanto segue.
Dal momento che sei qui tu, il solo rappresentante della famiglia, sento il bisogno e il dovere di manifestare che sul Motto del Vento, a Gualdera, dove esiste la croce, ormai corrosa, piantata dai nostri vecchi, il giorno della mia Prima Comunione, mentre badavo alle bestie, seduto sotto la balza, mi posi a fare un po′ di ringraziamento. A Gualdera, ero solo solo. Ad un certo punto, col libretto di preghiere tra le mani, mi lasciai vincere dal sonno. Improvvisamente sento una voce chiara e limpida di donna che mi chiama: Luigi! Svegliato, mi domandai: Chi è che mi chiama? Sono qui solo solo. Pensai: Sarà un sogno! Mi rimisi a leggere il mio libretto; ma ancora mi appisolai. Di nuovo la voce mi chiama: Luigi, Luigi! Non sapevo rendermi conto essendo solo lassù. La cosa si ripeté per una terza volta. Pensavo di essere vittima di una allucinazione, ma la voce si era fatta sentire più forte e distinta. Ed ecco che vedo una Signora che, movendo il braccio destro come a indicare una cosa, mi disse: Quando sarai grande, farai tutto questo per i poveri. E come in un cinematografo vidi tutto quello che avrei dovuto fare. Fatto questo racconto, il venerato zio don Luigi soggiunse: Ma tutto questo sarà stato un sogno. Ad ogni modo desidero che, a ricordo del giorno della mia prima Comunione, sia rinnovata la vecchia croce di "Motto del vento". Sarà un buon ricordo. Don Costantino ringraziò lo zio della confidenza, assicurando che il suo desiderio sarebbe stato comando e che al posto della semplice croce avrebbe, a costo di sacrifici, fatto costruire un oratorio (cappella) con annessi locali di abitazione per sacerdoti bisognosi di arie alpine. Lo zio don Luigi si mostrò soddisfatto e disse: Se avrò vita ritornerò a Gualdera e vi porterò qualche mio sacerdote e qualche benefattore e ti mostrerò il luogo del sogno e confermerò quanto ti ho confidato ora. A non lontana scadenza di tempo il venerato zio don Luigi tornò a Gualdera e lassù, dal Motto del Vento, indicò la balza precisa, dove ebbe il sogno (egli, nella sua umiltà, non voleva che si chiamasse visione). Un particolare. Alla conferma del racconto, era presente l′allora coadiutore di Fraciscio, don Alfredo Beroggi, anima bella di santo sacerdote, che si disponeva a partire missionario in Birmania, il quale, pieno d′entusiasmo per la confidenza di don Luigi, gridò: i primi sassi per il futuro oratorio li voglio adunare io. Ciò che in fatti fece. E quando iniziarono i lavori, quelle pietre furono le prime ad essere utilizzate.
A cura di don Adriano