LA SETTIMANA SANTE E IL TRIDUO PASQUALE
Le celebrazioni e le memorie dei misteri della nostra fede: morte e risurrezione di Gesù sono il centro della vita cristiana.
Partecipare significa proprio ravvivare la nostra fede; rivivere gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù; unirsi al suo sacrificio sulla croce per partecipare della vittoria sulla morte nella risurrezione.
Esiste un′ansia dentro il cuore dell′uomo: è l′attesa della vita in una condizione di morte. Nonostante il progresso, la buona volontà, il dominio delle cose del mondo, l′uomo ha la morte. Al di fuori di noi ci accorgiamo che la vita viene meno ogni momento. La prospettiva di un immenso sforzo, che possa dare animo e liberazione alla umanità sono eventi senza soluzione, se non c′è l′annuncio che il dominio della morte è stato distrutto, che l′ultimo nemico dell′uomo, il vero nemico dell′uomo è stato vinto. Allora la persona si anestetizza, si distrae, vuole solo divertirsi, non far fatica e così non pensare al suo destino mortale, senza possibilità diversa. Salvo poi vivere solo in maniera emotiva la morte perché con la fatica, il sacrificio e la morte ci devi sempre fare i conti.
Quando Gesù nell′ultima cena ci dice: "Senza di me non potete fare nulla" dice solo la verità dell′uomo, della mia vita. Partecipare al Triduo pasquale è proprio riconoscere questa verità, riconoscere il nostro limite e il nostro bisogno di Te, Gesù.
VITA DELLA COMUNITÁ
Settimana eucaristica
Prima della S. Messa feriale adorazione eucaristica seguendo l′invito del nostro vescovo, dal 1 al 7aprile.
Campodolcino
Da Pasqua riprende la celebrazione della S. Messa a Portarezza: domenica e festivi ore 8.00; lunedì ore 18.00; Prestone: giovedì ore 18.00
DAL CONSIGLIO VICARIALE PASTORALE
In preparazione alla visita del vescovo, martedì 19 marzo a Gordona abbiamo condiviso la lettura della situazione nelle nostre comunità cristiane di valle. Emerge un quadro che già conosciamo: poca frequenza alla S. Messa festiva; diminuzione drastica dei matrimoni religiosi e preoccupante calo anche dei battesimi in proporzione alle nascite. Abbiamo inoltre ammesso la mancanza di rapporto della comunità cristiana con i giovani e le giovani famiglie. Questi sono assenti dai nostri ambienti e alle celebrazioni, salvo presenze esigue.
Questo ci sollecita innanzitutto ad una riflessione che conduca, insieme alla preghiera, ad una conversione personale e del nostro stile di esser comunità per essere vicini ai giovani e alle famiglie giovani. Inoltre laddove permangono stili relazionali di divisione, di contrapposizione e dove i pregiudizi sono il criterio di giudizio, come cristiani siamo proprio invitati ad un cambio di mentalità per costruire relazioni unitarie.